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Riflessioni...
Le risorse non sono infinite
Mercoledì, 22 dicembre 2010
Le risorse non sono né infinite né eterne: l´antidoto alla produzione illimitata è la decrescita sostenibile. Dalla Rivoluzione francese in poi le opzioni politiche si sono polarizzate rispetto a due ideologie: destra e sinistra. Dopo tangentopoli ed i traumatici inizi degli anni 90’, abbiamo assistito alla cosiddetta fine delle ideologie che a sua volta è divenuta un'unica ideologia.
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È spontaneo chiedersi allora se il persistere di questa nomenclatura, pure in forma e contenuti attenuati, sia da imputare a stili ed abitudini mediatiche, a resistenze dell'elettorato più datato o invece si tratti di ideologie che conservano i loro contenuti irrinunciabili. In quest'ultimo caso occorrerebbe chiedersi se vi siano e quali siano, allora, i principi costitutivi dell'una e dell'altra posizione. Appare, altresì, evidente che tali ideologie non possano più prescindere dalla constatazione che lo sviluppo produttivo non può essere illimitato considerato che le risorse naturali sono limitate. Occorre forse un revisionismo ideologico che tenga conto dei temi attuali dell’ecologia? Può prescindersi dalle istanze che provengono dai paesi in via di sviluppo che reclamano una identità occidentale senza stare a sottilizzare sull’ambiente? Può ed è in grado l’occidente, dopo avere sprecato immense risorse, porre limiti alle economie emergenti di Cina e India? Si può fermare la storia? Al Summit della Terra di Rio nel 1992 è stata enunciata la teoria dello "sviluppo sostenibile" verso un "capitalismo verde", ovvero all'ecologia di mercato. Chi inquina paga, cosicché le grandi multinazionali possono pagare senza problemi i danni da loro stesse causati facendo incidere, ovviamente, tale costo sul mercato. Sempre invocando tale principio, si favorisce la produzione di un numero sempre maggiore di automobili che inquinano sempre meno e consumano meno energia. Si dimentica, però, che un milione di automobili poco inquinanti lo sono molto di più nella totalità di mille auto molto inquinanti. Il filosofo Michel Serres esemplifica lo "sviluppo sostenibile" paragonandolo al capitano di una nave che accorgendosi che sta andando dritto contro uno scoglio, decide di ridurre la velocità invece di cambiare rotta. Occorre cambiare la logica del "sempre di più" (Alain de Benoist, Demain, la décroissance! Penser l'écologie jusqu'au bout) per ritornare ad una antica appartenenza alla natura e non al dominio sulla stessa. Occorre cambiare il paradigma: è necessario riconoscere il valore intrinseco della natura che è un valore autonomo rispetto all'uso che noi ne facciamo e prendere coscienza che esiste un limite allo sfruttamento delle risorse. Basta con il pensare che "di più" è sinonimo di "meglio", la qualità non può essere ridotta a quantità. Il valore non può essere sempre declinato al valore di mercato. I prezzi si negoziano, i valori no. È ora di venir fuori da un modello sociale in cui niente ha più valore, ma tutto ha un prezzo. Bisogna necessariamente rifondare e reinterpretare le ideologie per coniugarle con i temi dell’ambiente che ormai sono pressanti e devono essere giustamente valutati come la vera emergenza di questi tempi. Mai come ora la politica assume un ruolo fondamentale per contrastare le spinte del mercato indirizzate sempre e comunque verso maggiori consumi: l’energia da fonti fossili produce inquinamento e quindi facciamo le centrali nucleari. Il rischio è enorme e potremmo passare dalla padella alla brace. Invece che investire per sviluppare tecnologie per catturare e confinare la CO2 e continuare ad usare il carbone nella produzione di energia elettrica, bisognerebbe investire nella ricerca e sviluppo di nuove tecnologie, agevolare e favorire l’impiego di fonti energetiche rinnovabili per far fronte ai cambiamenti climatici globali legati all’aumento della concentrazione dei gas serra in atmosfera. La problematica è enorme e sarebbe auspicabile che ognuno di noi si impegni per fornire il proprio contributo nella direzione della salvaguardia dell’ambiente. Noi tecnici siamo chiamati a svolgere un ruolo di primo piano sia operando una sensibilizzazione nei confronti dei committenti, sia elaborando progetti di opere ecosostenibili. Anche oltre le blande previsioni normative, occorre progettare e realizzare opere edilizie sempre più biocompatibili, con l’utilizzo di materiali locali e con la previsione di utilizzo di fonti energetiche pulite e rinnovabili. Merry christmas & happy new year.
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